TANTO CARO MI FU QUEST'ERMO COLLE...

Pubblicato il 27 Febbraio 2024

Dopo una  bella lezione di storia e di attualità al Museo dell'Emigrazione Marchigiana i ragazzi della 3C e 3D digitale della Leonardo da Vinci si siamo immersi con i cinque sensi nelle suggestioni leopardiane, alla …

Il Museo dell’Emigrazione Marchigiana di Recanati è un'esperienza da far vivere ai ragazzi. Furono 700.000 i marchigiani che, a cavallo tra Ottocento e Novecento, hanno lasciato la loro terra d’origine per dirigersi verso un luogo sconosciuto alla ricerca di fortuna e anche di coloro che hanno deciso di compiere il medesimo passo in tempi più recenti. Il passato che non deve essere dimenticato per rendere questo nostro mondo un po' più accogliente ed umano. Immagini, oggetti, lettere, documenti e ricordi, animano i diversi ambienti museali che ripetono altrettanti significativi 'momenti' di questo viaggio nella memoria dell'emigrazione marchigiana, ma acquistano una dimensione più coinvolgente ed emozionale, sollecitando nei ragazzi sempre nuove suggestioni e riflessioni. Grazie all'utilizzo di tecnologie innovative, infatti, la storia del passato diventa narrazione interattiva, le immagini della memoria realtà virtuale ed i suoni contribuiscono ad evocare situazioni e luoghi lontani nel tempo.

La visita si è trasforma così in un'esperienza viva e vitale dove la lezione di quanti con tenacia e perseveranza hanno contribuito alla crescita di tanti Paesi, sia di monito per le giovani generazioni che, nell'affacciarsi sul palcoscenico del 'mondo globale', non dimentichino le proprie radici. 

Cosí i ragazzi hanno scritto, in un organizzatissimo laboratorio, con fonti di prima mano, il giornale dell'immigrazione.

Dopo questa  bella lezione di storia e di attualità ci siamo immersi con i cinque sensi nelle suggestioni leopardiane, alla scoperta di Recanati e degli angoli che ci riconducono al poeta recanatese tanto amato anche  dai più giovani, in grado di suscitare emozioni profonde in ognuno di noi. Dalla torre del passero solitario, alla piazzola in frotta, dalla casa di cocchiere di casa leopardi, al colle dell'Infinito. Una lezione a cielo aperto, alla ricerca di quella profondità e bellezza a cui mai bisogna rinunciare . L'emozione più grande per noi docenti è stato sentire declamare da 50 ragazzi, l'Infinito, propri lí, sul monte Tabor e il  naufragar di ognuno di noi è stato così dolce!

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