A scuola di baskin

Pubblicato il 04 Dicembre 2023

Il Baskin, l'attività motoria e sportiva in generale hanno un forte potere inclusivo, grazie al quale i ragazzi con disabilità percepiscono senso di appartenenza al gruppo e di autoefficacia.

A SCUOLA DI BASKIN


Nel corso dell’.a.s. 2018-2019 il prof Francesco Guerrieri, docente di educazione motoria presso l’ IISS Urbani di Porto Sant’ Elpidio, introdusse da esperto esterno nella nostra scuola, su sollecitazione della collega di motoria, un evento di baskin o basket inclusivo, che vede appunto coinvolti ragazzi con disabilità insieme a compagni a sviluppo tipico in qualità di tutor. Dopo tanti tentativi, riuscimmo a far partecipare Andrea, un nostro alunno con una disabilità veramente complessa e che aveva, tra le tante criticità, quella di non riuscire a tollerare l’acustica della palestra, l’eco dei suoni. Trovammo un piccolo “rifugio”, una “protezione” da tutti quei rumori, una stanza accanto alla palestra che fungeva da ripostiglio per materiali ed attrezzature: gran parte di quelle due ore le trascorremmo lì dentro, a fargli fare ciò che più lo rilassava, come ad esempio respirare profondamente, cantare, lasciarsi quasi “cullare” da movimenti lenti con la carrozzina. Sapevamo però che, ad ogni nostro turno, dovevamo uscire. . Fu una tale impresa…

La sua disabilità, cognitiva e fisica insieme, sembrava precludergli completamente il basket, come anche qualsiasi altra attività motoria con i compagni. Tuttavia Giulio - un suo compagno di classe - trovò la soluzione: capì che il canestro, anziché in alto, doveva essere sistemato a terra. Prese un cestino di plastica di quelli per la carta, ci mise un piccolo peso dentro e studiò, con vari tentativi, sia la distanza giusta dalla carrozzina che il collocamento più funzionale della palla in grembo ad Andrea per metterlo in condizione di spostarla con il braccio che poteva usare con minore sforzo e maggiore margine di movimento. All’inizio dal basso verso l’alto, per sollevare un po' la palla, subito dopo in avanti per spingerla e farla cadere nel cestino. Le prime volte aiutato fisicamente e poi, gradualmente, soltanto guidato dalle indicazioni verbali del compagno.

Nella nostra scuola tutti conoscevano Andrea almeno di vista, ma soltanto alcuni sapevano come non determinare in lui agitazione psico-motoria. Anche a questo solitamente, ma soprattutto contestualmente all’incontro di baskin – a cui presero parte più classi – pensava Giulio: senza allontanarsi mai da lui e preoccupandosi di fargli avvertire la sua presenza oltre che con la voce con il contatto fisico, comunicava con chiarezza e assertività, con il linguaggio non solo verbale ma anche del corpo, ai pari la necessità di evitare rumori forti e movimenti bruschi. E rimaneva lì, accanto a lui, fermo, con uno sguardo quasi austero e un aspetto certamente irriducibile, per minuti interminabili ad aspettare finché il silenzio non fosse stato assoluto e non gli fosse stata data l’opportunità di compiere quell’unico movimento che poteva “permettersi” per fare canestro.

Giulio non era, suo malgrado, il più bravo della classe, né il più diligente. Ma si intuiva già da allora una nobiltà d’animo e un’integrità morale che sarebbero emerse in seguito in modo evidente. Con Andrea era da subito nata un’intesa particolare. Insieme si divertivano, litigavano, Giulio gli faceva i dispetti tipo muovergli la carrozzina e lui rispondeva con mille bronci. Lungo i corridoi, spingeva la carrozzina a velocità per noi inammissibili, gli urlavamo contro rimproveri continui ma li sentivamo entrambi ridere a crepapelle ed avvertivamo, toccavamo quasi con mano il loro piacere di stare insieme. Questi solo alcuni dei mille episodi che hanno caratterizzato il rapporto tra un ragazzo con grave disabilità e uno invece a sviluppo tipico, con benefici inenarrabili per entrambi.

Dopo il baskin Andrea ha sempre partecipato, seppure con doverose brevi pause per rigenerarsi un pochino ed evitare un sovraccarico emotivo, a tutte le lezioni di motoria. I compagni, a coppie, lo portavano con sé anche durante i tanti giri di riscaldamento lungo tutto il perimetro della palestra. Chiedevamo ai compagni di spingere la carrozzina controllando che non urtasse con attrezzature, pareti, persone. Una delle innumerevoli volte che lo chiamavamo, da fermi in un angolo della palestra perché sapevamo che quello era per lui un prezioso momento di autonomia con i compagni e la presenza di noi docenti solo un impaccio ingombrante, per controllare dal tono della voce ed espressione del viso che l’emozione non fosse troppa, ci rispose “ corro con loro!”.

Aveva dunque in quel momento la sensazione di correre e, soprattutto, si sentiva uno di “loro”. L’educazione motoria, lo sport hanno evidentemente uno straordinario potere inclusivo, come forse nessun altra disciplina e/o attività. L’ interazione tra ragazzi DA e pari a sviluppo tipico procura a tutti loro enormi benefici: gli uni per gli stimoli che ricevono ad affrontare e smussare per quanto possibile criticità ma anche ad alimentare e valorizzare punti di forza, gli altri per i doni che la disabilità sappiamo elargire generosamente, quali coraggio, tenacia, consapevolezza del valore della vita.

Non si può inoltre pensare a questi alunni solo in termini di Q.I. e tracciati EEG: ognuno di noi sa quanto l’attività fisica faccia bene sia al corpo che alla mente…e perché di questo sembriamo dimenticarci o comunque non occuparci quando parliamo di ragazzi con disabilità?

Forti di questa consapevolezza, proponiamo anche quest’anno scolastico a tutti gli alunni della Scuola Secondaria di I Grado il progetto “A scuola di Baskin” - terza edizione - tenuto appunto dall’esperto Francesco Guerrieri: poter contare su di lui - che coniuga alla perfezione esperienza, sensibilità e professionalità - è per noi una sorta di marchio di qualità.

Per ulteriori informazioni e/o chiarimenti inviare mail alla Prof.ssa Silvia Enei (mail to: silvia.enei@comprensivoleonardo.edu.it)

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